Fino a che età deve durare l’allattamento? Cosa dicono i medici a riguardo? Allattare al seno o latte artificiale?
Quante domande ed interrogativi caratterizzano questa sfera della maternità.
L’allattamento è un argomento che può far cadere in depressione molte neo mamme e può aizzare polemiche capace di mandare avanti una trasmissione TV per mesi.
Non si capisce perché il tema è così dibattuto, forse perché incide su un momento storico, per la donna, molto delicato, capace di farla soffrire o gioire con estrema facilità. O forse perché spesso entrano in campo pareri non richiesti o espressi da persone che non sono preparate a riguardo.
Fatto sta che se ne parla e tanto.
Oggi qui troverete un excursus, supportato da interviste a professionisti ed esperti del settore, che ha l’obiettivo d’informarsi per elaborare una propria serena posizione a riguardo dell’allattamento al seno o tramite latte artificiale.
Non siamo tutti uguali, non tutti abbiamo le stesse necessità, non tutti abbiamo la stessa sensibilità.
Quello che è certo, però, è che ci sono studi a riguardo, dati chiari e scientifici dai quali partire e senza dubbio, ogni mamma, farà la scelta migliore per se stessa e suo figlio.
D’altronde, come diceva la mia ostetrica,
ogni mamma è perfetta per il suo bambino.
COSA É L’ ALLATTAMENTO?
É il processo con il quale una femmina di mammifero nutre il proprio neonato dalla nascita, e durante il primo periodo di vita, attraverso la produzione e l’emissione di latte dalla mammella (lattazione) grazie alla suzione diretta del cucciolo dal capezzolo, se presente nella specie. L’allattamento materno risulta il modo fisiologico per nutrire e accudire il figlio nel periodo iniziale di vita ed è una delle caratteristiche fondamentali di tutti i mammiferi.
Primo aspetto, fondamentale, è quindi il NUTRIMENTO. Ma non si limita qui.
PER NUTRIRE IL PICCOLO CI SONO DUE OPZIONI: ALLATTAMENTO AL SENO O LATTE ARTIFICIALE
vediamo insieme i vantaggi e gli svantaggi di entrambe le possibili scelte.
Allattamento al seno:
Vantaggi
- Il latte materno è l’alimento ideale per il neonato in quanto più di ogni altro possiede caratteristiche che lo rendono adatto alla fisiologia dell’organismo umano. In più contiene preziosi elementi che servono a difendere il bambino dalle infezioni e non provoca allergie.
- Il latte materno ha una composizione variabile che muta sia durante la singola poppata sia nell’arco del periodo di allattamento, in modo da soddisfare le esigenze nutrizionali del neonato.
- L’allattamento al seno permette un miglior contatto psicoaffettivo tra madre e figlio.
- Il latte materno riduce il rischio che il bambino sviluppi la celiachia, ovvero l’intolleranza al glutine, e alcune forme di allergia.
- L’allattamento al seno è pratico e igienico: il latte materno è sempre pronto e alla giusta temperatura ogni volta che occorre e non richiede attrezzature da portare in giro quando si è fuori casa.
- Le poppate notturne sono più veloci e la mamma o il papà non sono costretti ad alzarsi dal letto per preparare il biberon nel cuore della notte.
- Con l’allattamento naturale sono minori le probabilità che il piccolo ingrassi eccessivamente.
- L’allattamento al seno aiuta la madre a recuperare il suo peso forma perché comporta un notevole dispendio calorico e stimola le contrazioni uterine accelerando il ritorno dell’utero alle sue dimensioni naturali.
- Il latte materno è decisamente più economico!
Svantaggi
- Il latte materno può essere inquinato da comportamenti scorretti della mamma come fumo di sigaretta, uso improprio di farmaci, abuso di bevande alcoliche e droghe.
Allattamento artificiale
Vantaggi
- Il bambino può essere nutrito da chiunque, non solo dalla mamma: così quest’ultima può ritagliarsi con facilità qualche momento da dedicare a se stessa durante la giornata. (Tuttavia il latte materno può essere estratto con un pompa tiralatte e conservato in frigorifero per alcune ore).
- È più facile stabilire il quantitativo di latte a ogni poppata.
- Il bambino non risente del tipo di dieta o dall’eventuale assunzione di farmaci da parte della madre.
Svantaggi
- Contiene un antigene, cioè una sostanza in grado di provocare la formazione di anticorpi e per questo motivo può scatenare allergie.
- È necessario sterilizzare regolarmente tutta l’attrezzatura utilizzata, ovvero biberon e tettarelle.
Non trattandosi solo di un gesto per nutrire, ma comportando e coinvolgendo anche tante altre sfere, c’è chi tende a incentivare, non a torto, l’allattamento al seno : DOVE POSSIBILE.
Leggiamo il parere dell’esperto:
Il latte artificiale è migliore di quello materno, o almeno equivalente? No.
E proprio per questo il Ministero della Salute ha previsto una regolamentazione molto severa riguardo alla pubblicità e alla vendita degli alimenti per neonati.
Per quanto riguarda il latte artificiale è vietata ogni tipologia di pubblicità: dalle riviste scientifiche e le pubblicazioni specializzate fino ai campioncini omaggio, che un tempo i pediatri e gli informatori sanitari distribuivano a donne incinte e madri.
Qualunque messaggio sottintenda o lasci pensare che il latte artificiale potrebbe sostituire quello materno senza far mancare nulla al bambino, dunque, è vietato dalla legge.
Considerando che nel tempo si sono susseguite pubblicità di latti artificiali che, ad esempio, potevano ‘migliorare la vista e le capacità cognitive dei neonati‘, il giro di vite legislativo era più che una necessità.
Eppure molte mamme preferiscono ancora ricorrere al latte artificiale piuttosto che allattare al seno, per i motivi più svariati: per approfondire vantaggi e svantaggi delle due tipologie di allattamento, e capire il perché di questa scelta, ne abbiamo parlato con Renato Vitiello, direttore dell’U.O.C. di pediatria e neonatologia, Ospedali Riuniti dell’Area Vesuviana.
Quali sono i principali benefici dell’allattamento al seno? Fino a quale età il bambino andrebbe allattato?
Le Società Scientifiche concordano che l’allattamento al seno esclusivo dovrebbe essere condotto fino a sei mesi di età, per poi cominciare lo svezzamento. Il latte materno rappresenta, anche dopo i sei mesi, una parte importante dell’alimentazione del bambino. È dunque consigliabile fino a un anno o anche più, se la mamma e il bambino lo desiderano.
Spesso si legge che il latte artificiale manca di alcune proteine funzionali, ed è uno dei motivi per cui non è assolutamente preferibile a quello materno. Quali sono queste proteine?
Da sempre la ricerca scientifica tenta di migliorare le caratteristiche dei latti formulati, ma il gap qualitativo con il latte umano è incolmabile. Le proteine dei sostituti del latte materno tendono a soddisfare le esigenze nutrizionali per la crescita, fornendo al lattante un adeguato profilo di aminoacidi. Il latte materno però è tutt’altra cosa: oltre a offrire la giusta quantità e qualità delle proteine necessarie alla crescita, mette a disposizione del lattante anche una serie di proteine dotate di attività biologica, che svolgono un importante ruolo per la sopravvivenza e la salute del bambino.
Di che proteine si tratta?
Si tratta di proteine come gli anticorpi, la lattoferrina e il lisozima, importanti per la difesa dell’organismo contro batteri, virus e funghi. Oppure di fattori di crescita importanti per l’integrità della mucosa intestinale, dei vasi sanguigni, del sistema nervoso centrale e del sistema endocrino. Un aspetto molto interessante è come il profilo proteico del latte umano, nelle sue diverse componenti, vari in rapporto all’età del lattante, rispettando le mutevoli esigenze del bambino nelle diverse fasi della vita: il latte materno è un alimento vivo e per questo inimitabile.
Quali allergie e intolleranze si registrano?
L’allergia, nel caso del lattante allattato al seno, può verificarsi in relazione a qualche proteina della dieta materna che viene passata attraverso il latte. In genere essa si manifesta come una proctocolite allergica, caratterizzate da feci con qualche traccia di muco e sangue. Il lattante allattato con un sostituto del latte materno, invece, può presentare allergia alle proteine del latte vaccino con quadri clinici di diversa gravità.
Esistono differenze tra i vari tipi di latte artificiale? In cosa consistono?
Tra i latti artificiali esistono numerose formule di partenza, di proseguimento, per pre-termine, anti-rigurgito, per coliche, stipsi o altri problemi digestivi, prive di lattosio, anti-allergiche a base di proteine idrolisate o di aminoacidi, di crescita, etc. Quest’offerta così varia serve in primis a mimare ciò che la natura fa con l’allattamento al seno perché il latte umano, come dicevo prima, cambia nelle varie fasi di crescita del bambino- oppure può contribuire a contrastare problemi dispeptici o allergici legati all’uso di latte formulato.
Quali sono gli effetti psicologici del mancato allattamento al seno?
Lo sviluppo psicologico del bambino dipende da svariati fattori, per cui risulta difficile mettere in risalto in maniera netta i benefici di questo o quell’altro regime alimentare. In genere il bambino allattato al seno ha, seppur lievemente, uno sviluppo cognitivo potenzialmente migliore, e può ottenere migliori performance nei test neuropsicologici. Ripeto, gli effetti dell’allattamento al seno, per quanto riguarda gli aspetti psicologici, nei bambini sani possono avere scarso rilievo clinico, perché molto dipende anche dall’educazione data dai genitori.
A cosa è dovuta la tendenza a non allattare al seno? Le donne hanno meno latte o si tratta di motivazioni sociali, culturali, magari dettate dalla cattiva informazione?
Non sono disponibili al momento dati nazionali sull’allattamento al seno, ma ci sono dati relativi a realtà locali o regionali. La mia percezione, tuttavia, mi fa credere che ci sia un’inversione di tendenza, con un numero crescente di donne che desiderano allattare al seno: si tratta, però, solo di una mia impressione.
Si può comunque affermare, con buona approssimazione, che la percentuale di madri che inizia ad allattare si aggira attorno al 90%, con tassi più elevati nel nord Italia rispetto al sud; a sei mesi la percentuale delle donne che allatta ancora si attesta intorno al 50%.
Il perché la percentuale di donne che allatta al seno è minore di quanto sarebbe auspicabile dipende da vari fattori, comprendenti proprio motivazioni sociali, culturali e cattiva informazione.
Questo mostra quanto lavoro si può fare per migliorare la salute della nostra popolazione: le Società Scientifiche come la SIP e la SIN e il Ministero della Salute hanno a cuore tale problematica, e negli ultimi anni sono state varate numerose iniziative miranti alla promozione, protezione e sostegno dell’allattamento materno.
Questa è l’intervista che la biologa Degano ha fatto a Renato Vitiello, direttore dell’U.O.C. di pediatria e neonatologia, Ospedali Riuniti dell’Area Vesuviana.
fonte:LINK
Martina Carabetta consulente IBCLC e fondatrice del primo ambulatorio dedicato all’allattamento in Italia centrale: Latte & Coccole
ci parla di quelle situazioni in cui ALLATTARE PROPRIO NON SI PUÓ
: malattie, operazioni, farmaci… quali sono gli oggettivi impedimenti ad allattare?
Non avere latte è una delle maggiori cause di fallimento dell’allattamento, è una patologia piuttosto comune?
Ciò che comunemente viene ipotizzato, cioè “non avere latte”, è in realtà una condizione rarissima, interessa probabilmente non più dell’1% delle donne. Quello che accade nella grande maggioranza dei casi è che il latte diminuisca o non si calibri bene per via di una serie di ostacoli che la mamma incontra sul suo cammino fin dal parto.
I tantissimi fallimenti sono quindi dovuti non a cause fisiologiche non risolvibili, ma al fatto che le mamme non hanno sufficiente aiuto e ricevono informazioni errate o contrastanti.
Una mamma potrebbe riprendere l’allattamento dopo un periodo di latte artificiale?
Sì, questa è una delle situazioni che spesso mi trovo ad affrontare nel mio ambulatorio.
Anche io tanti anni fa sono stata una mamma che stava per smettere di allattare, e sono riuscita a recuperare al 100% la situazione grazie all’aiuto di una consulente che oggi è una mia collega.
Molte mamme sperimentano un periodo di biberon e poi riescono a eliminarlo. La cosa importante da dire, a mio parere, è che ogni problema può essere analizzato e può essere studiata una soluzione, che a seconda dei casi può essere più semplice o veloce, o più complessa o impegnativa.
Ma trovo che ogni mamma meriti di essere ascoltata, e che se anche prova a risolvere un problema e non riesce a risolverlo, sia accompagnata in questa fase, e si renda conto che ha fatto tutto quello che poteva fare in quel momento e con quello che aveva a disposizione. Bando ai sensi di colpa in questo modo!
Esistono situazioni realmente non risolvibili?
Esistono certamente donne con insufficienza della ghiandola mammaria. Sottolineo però che sono veramente rare. Inoltre spesso l’insufficienza è a un seno solo, o parziale, per cui la mamma spesso riesce lo stesso ad allattare o a farlo parzialmente. Vi sono anche, in aumento, problemi tiroidei non curati, ma parliamo sempre di percentuali estremamente basse. Oppure situazioni chirurgiche…
La stragrande maggioranza degli allattamenti fallisce per cause banalissime: un bambino mal posizionato al seno, o attaccato al seno quando è troppo agitato o al contrario assonnato per succhiare bene; allattamento non veramente a richiesta, cioè limitando la frequenza o la durata delle poppate, offrendo a volte al bambino cose diverse dal seno per soddisfare il suo bisogno di succhiare, come ad es il ciuccio o l’acqua o una tisana. Questo avviene, semplicemente, perché la mamma non sa più cos’è normale nell’allattamento.
In conclusione:
É fondamentale sapere come funziona l’allattamento, partorire in un ospedale che agevoli le poppate a richiesta 24h su 24 (con il rooming è la situazione ottimale) ed avere un riferimento, un sostegno valido, per essere aiutata tempestivamente se ci sono segnali che qualcosa non è partito bene.
FONTE: http://www.genitorichannel.it/allattamento/allattamento-impossibile.html
4 commenti
Ciao Ilaria, sono mamma di Michele che ha 3 mesi. Sono riuscita ad allattarlo però ora ho un problema che lui non si addormenta senza tetta quindi mi pento tanto di aver iniziato questo percorso perché ora non so davvero come fare. Il ciuccio non lo prende e ora sto provando con pupazzi, telini, mie magliette o miei fulard, insomma le sto tentando tutte. Secondo te Ilaria quando posso iniziare veramente a insegnargli ad addormentarsi senza. Alcune volte ho provato ma lui non si tranquillizza nemmeno sentendo la mia voce e neanche se gli canto una canzoncina.. Vorrei capire quando hanno coscienza delle parole che gli vengono dette, così da non farlo sentire solo o abbandonato!
Grazie per aver postato questo articolo sull’allattamento e spero di avere una tua risposta.
Un abbraccio Chiara!
Cara Chiara, mentre Matilde allo scoccare dell’anno si è staccata in piena autonomia e serenità. Per Adelaide ho avuto bisogno di aiuto. Il problema, come anche nel tuo caso, rimaneva la notte. Durante la giornata non lo prendeva quasi più, ma non si addormentava la notte se non glielo davo.
COsì ho chiesto il favore, ai miei genitori, essendo Nicola fuori Perugia quel periodo, di tenermela per due notti.
Beh, sono bastate. Credo che sia dipeso anche dall’aver individuato il momento giusto.
L’ho allattata per 14 mesi, appena ho visto che iniziava a non chiederlo quasi più, ma solo la notte, ho usato questo valido espediente. Tornata a dormire con me ci ha riprovato, ma è bastato distrarla e coccolarla per non farglielo più richiedere <3 augurissimi
Con la prima figlia, ho iniziato l’allattamento al seno, ma per problemi post cesareo, ho dovuto ricorrere al latte artificiale, senza però, desistere dall’attaccarla al seno, con il risultato di averla potuta allattare fino a 9 mesi. Per la seconda è andata decisamente meglio: 14 mesi di allattamento esclusivo al seno. Esperienze bellissime.
<3 una storia che racconta una grande tenacia!!