Mentre attendevo il mio turno dal medico, mi è capitato tra le mani un vecchio Focus del dicembre del 2002.
Un articolo in particolare ha catturato la mia attenzione. Diceva, in breve, che un gruppo di psicologi ha rivisto tutti gli studi compiuti negli ultimi 50 anni, relativi al comportamento della famiglia, ed è giunto alla conclusione che per rimanere in buona salute sono necessari, tra le altre cose, riti e comportamenti routinari.
Nello specifico, continuava l’articolo, momenti familiari che in apparenza appaiono inutili, servono a dare agli appartenenti alla famiglia il senso di appartenenza a un gruppo.
Leggevo che in particolare gli adolescenti ricavano un senso di identità personale, vanno meglio a scuola e si ammalano di meno.
Le routine familiari classiche, ovvero quei “momenti in cui si comunica che c’è qualcosa da fare” sono per esempio i pranzi, il momento di andare a letto, i lavori domestici, mentre i rituali (momenti in cui si comunica anche alle altre famiglie “ecco chi siamo”) sono il Natale, i compleanni, la Pasqua, i funerali e persino il pranzo della domenica.
Leggevo che i bambini che vanno a letto a un’ora regolare si svegliano di meno durante la notte, soffrono meno di infezioni respiratorie e hanno meno problemi di salute negli anni dell’asilo.
Mentre i genitori che approfittano dei pranzi per parlare con i propri figli, possono conoscerli meglio ed educarli meglio. Poi era riportato un assunto di una ricercatrice di nome Barbare Fiese:
«Sappiamo che le famiglie sono molto occupate, ma un pranzo dura circa 20 minuti, e quattro pranzi la settimana durano meno di una partita o di un film. Sappiamo che non è giusto trarre conclusioni, ma pensiamo che un pranzo in famiglia in cui ci sia un dialogo rispettoso sia di beneficio a chiunque sieda a tavola».
Non è la prima volta che leggo riguardo ai rituali e di come questi contribuiscano a rafforzare il legame che unisce le persone e talvolta a crearne di nuovi e più stabili all’interno della famiglia.
Purtroppo oggi i legami familiari rischiano di essere indeboliti dalla frenesia del mondo attuale, dove nulla appare stabile e certo. Perciò le famiglie possono tutelare la loro “unione” solo se tutti i membri sono davvero intenzionati a impegnarsi per mantenere i riti e le tradizioni di consolidamento.
Questi contribuiscono a creare un senso d’identità e legame tra i membri stessi che trovano, come leggevo, nel nucleo familiare, sicurezza e garanzia di affetto stabile.
C’è una differenza però tra routine e rituali:
i rituali diversamente dalle azioni di routine, hanno infatti un significato simbolico molto forte per la famiglia.
Vestirsi la mattina è una routine, salutare il partner o il figlio con un bacio prima di uscire di casa è un rituale. Questo perché, contrariamente all’abitudine di vestirsi, il bacio racchiude in sé un valore importante; può ad esempio, significare ti voglio bene… mi mancherai.
Il pranzo della domenica, rilassarsi insieme a fine giornata davanti a un gelato o un caffè, sono tutti esempi di rituali, e ogni famiglia nel tempo sviluppa i propri.
Quando i figli sono piccoli si celebrano rituali per la loro crescita: nutrirli, fargli il bagno o metterli a letto.
Ogni volta che si compie insieme una di queste azioni, si consolida il legame tra genitori e figli.
Quindi si potrebbe riassumere il termine “rituale familiare”, come quel qualsiasi spazio in cui i genitori e i figli possono accedere, sicuri di trovare l’occasione di uno scambio significativo con le persone amate, un modo speciale di rafforzare ogni giorno il legame emotivo.
Noi ci siamo ritagliati un rituale molto gustoso, che coinvolge più generazioni.
A partecipare infatti sono anche i miei genitori che ogni venerdì, a casa nostra, si uniscono a noi e insieme ci regaliamo una serata piena di pizza. Tutto in seguito alla passione che Matilde ha per pane, pomodoro e mozzarella (e no voglio banalizzare la pizza, ma questi ingredienti sono magici per lei e vanno elencati così)
Vi assicuro che se esistesse un “gioiamometro” e si utilizzasse con Matilde, il venerdì sera, questo arriverebbe alle stelle per l’impossibilità di calcolarne la gioia.
Lei aspetta letteralmente con ansia quel momento tutto per noi e se per qualche motivo non si fa, perché accade, lo appunta come data da recuperare.
Abbiamo così reso un piccola passione condivisa, un rituale d’amore che effettivamente produce tanto benessere in tutti noi.
E voi? che rituale avete? Raccontatemelo.
Focus.it / Fam.it
3 commenti
Considerato che son molto prolissa scelgo di narrarvi solo due dei molteplici rituali adottati dalla nostra famiglia.
Il primo è nato con Matteo: io uscivo di casa prima che lui venisse portato da mio marito alla scuola materna e lo salutano con “bacio e filo” un bacio sulla guancia ed un filo invisibile che facevo partire dal mio cuore e collegato al suo e lui faceva partire dal suo è collegava al mio. Tutto ciò è durato per i 3 anni della materna poi per delle occasioni che lo vedevano impegnato in cose importanti.
Il secondo rituale riguarda le nostre vacanze estive ogni estate acquistiamo un bracciale piuttosto che un costume od una polo uguale ( mamma e bimba papà e bimbo stesso costume/ polo bianca per tutti e 4 anche se di marche differenti) questo ci fa sentire ancora più squadra tutti per uno uno per tutti!
Considerato che son molto prolissa scelgo di narrarvi solo due dei molteplici rituali adottati dalla nostra famiglia.
Il primo è nato con Matteo: io uscivo di casa prima che lui venisse portato da mio marito alla scuola materna e lo salutano con “bacio e filo” un bacio sulla guancia ed un filo invisibile che facevo partire dal mio cuore e collegato al suo e lui faceva partire dal suo è collegava al mio. Tutto ciò è durato per i 3 anni della materna poi per delle occasioni che lo vedevano impegnato in cose importanti.
Il secondo rituale riguarda le nostre vacanze estive ogni estate acquistiamo un bracciale piuttosto che un costume od una polo, un paio di ciabatte uguale per tutti i membri della famiglia ( mamma e bimba papà e bimbo stesso costume/ polo bianca per tutti e 4 anche se di marche differenti) questo ci fa sentire ancora più squadra tutti per uno uno per tutti!
MA che belle iniziative! I rituali fanno proprio questo, creano dei legami, non importa se simbolici, spesso leggeri. Fatto sta che danno un motivo in più per sentirsi squadra! Grazie Sara pe ril tuo racconto <3