Il trend della black mask, come spesso avviene quando si parla di skincare, viene dall’Asia. Il loro utilizzo dovrebbe farci dire addio ai punti neri. Purificanti, astringenti, le maschere nere nell’ultimo anno si sono fatte strada sul web e nel cuore delle beauty addicted. Dimentichiamo i cerottini per il naso, perchè ancora una volta i trend coreani dettano legge, espandendosi in Europa e le case cosmetiche nostrane li seguono senza sosta.
Si tratta di classiche maschere peel off, composte principalmente da carbone attivo (carbone di bambù) che è il principale responsabile della colorazione nero latex della crema, racchiuse in tubetto o bustine monodose, si applicano e si lasciano in posa 10-20 minuti per poi essere rimosse come una pellicola e portare via tutti i punti neri e la sporcizia che si accumula nei pori a causa di polvere, smog ecc.
Tra le blackhead mask asiatiche più famose ci sono Shill, Pilaten, Bioaqua, Afy e Nesura. Si trovano facilmente su Amazon e ebay a prezzi davvero contenuti (1-6 Euro).
Una delle più note in Italia è stata sicuramente Boscia che ha un’intera linea nera “the little black book” dedicata alle pelli problematiche con maschera, detergente, tonico e trattamento per la fantomatica zona T.
C’è da dire che alcune aziende come Kiko disponevano già di maschere all’argilla nera o al carbone nel loro stash, per non dimenticare Diavoli a fior di pelle di Lush o la famosa Glamglow Youthmud e la Thai Chi di Herborist. Tutte maschere riequilibranti, esfolianti o antiage.
Più recenti invece sono la linea Nero Sublime di Collistar, che si compone di crema, siero e maschera per il viso, la crema Nera di Uniqa che pur non essendo una maschera promette di illuminare, detossinare e ristrutturare la pelle e la maschera viso di Pupa della linea Home Spa dedicata all’oriente.