[wp_ulike] Devo ammettere che è vero, con il secondogenito (e immagino ancor di più con i successivi…) tutto si vive in maniera molto più tranquilla.
Iniziando dalla gravidanza: non ti allarmi più per ogni singolo passo che fai scendendo le scale o per tutti i dossi che becchi stando in macchina; non ti preoccupi se la mela non è stata lavata 10 volte sotto l’acqua e a mollo con il bicarbonato 20 minuti; se ti brucia lo stomaco o hai vampate improvvise di calore capisci che fa parte del pacchetto; non chiedi a tutto il parentando se hai avuto la rosolia e per certezza prenoti le analisi del sangue, insomma la smetti di torturarti e capisci che non sei malata, sei solo in ostaggio 9 mesi :b
Quando poi nasce, tutte le varie fisime, che in confronto alle precedenti sono molto più stressanti, dato che di mezzo c’è il tuo adorato pargolo, si attutiscono.
Ma comunque devi rimanere all’erta, alcune addirittura mi raccontano di temere di prendere il tutto troppo sottogamba.
D’altronde, è una regola ricorrente in tutti gli aspetti della vita: quello che non si conosce spaventa, poi ci prendiamo la mano, si costruisce l’esperienza e con quella ti senti più sicura e vivi serena.
Ma ogni volta è richiesta una grande responsabilità e attenzione e noi, mamme di questa nuova era siamo fortunate perché possiamo usufruire della tecnologia. Usata bene questa può dare aiuti che erano impensabili per le nostre nonne e anche mamme, ormai.
Con Matilde, per esempio, ricordo che per i primi 5 mesi ho dormito poco e quelle poche volte in cui avrei potuto recuperare il sonno perso mi svegliavo, di mia iniziativa, per assicurarmi che respirasse.
Il sonno è un aspetto che mi crea un po’ d’ansia anche adesso.
I consigli che danno al riguardo sono infiniti: il neonato non deve dormire a pancia in giù, le copertine non devono andare sopra le spalle, dovrebbe essere posizionato verso la parte bassa della culla e non verso l’alto, dovrebbe sentirsi avvolto ma senza avere impedimenti al respiro… insomma, se già sei timorosa, lo diventi ancora di più.
Inoltre per me oggi si è aggiunto un ostacolo preciso: la casa su due piani e con il giardino. Prima, in 70 mq mi muovevo con la sicurezza di percepire anche i sussulti di Matilde, ma ora la cosa si fa complicata e non posso sacrificare il mio tempo durante i suoi sonnellini, che sono i momenti in cui dovrei riuscire a fare molte più cose rispetto a quando è sveglia.
Lei infatti prende sonno quasi sempre nella culla dove dorme, al piano superiore, dove passa il suo tempo mentre pulisco la zona notte. Poi però ho il resto della casa e i vari movimenti tra giardino e casa di mia madre e così si è reso necessario un aiuto: il BABY MONITOR <3
Ho scelto il Digimonitor 2,4” plus di Miniland, mi trovo bene con questa azienda che si occupa nello specifico proprio dei prodotti elettronici di puericultura leggera: sistemi di vigilanza del bebè, alimentazione, salute e benessere.
I motivi per cui, dopo le mie solite ricerche, sono approdata a questo prodotto sono i seguenti:
- Il Digimonitor si può portare in tutta la casa grazie alle sue dimensioni ridotte e alla grande portata. Così, quando mi allontano dal primo piano, lo infilo in tasca e mi muovo con tranquillità.
- La batteria non si consuma velocemente, grazie all’attivazione sonora con un livello di sensibilità regolabile che riduce al minimo le emissioni e di conseguenza il consumo di energia.
- È dotato della visione notturna, per vedere il neonato anche quando la camera è totalmente al buio.
- Lo schermo piatto e il pannello frontale touch offrono la possibilità di controllare i baby monitor con una sola mano, come fosse un cellulare.
- Ci sono 4 i canali per connettere fino a 4 videocamere e si possono vedere contemporaneamente le visuali di due di queste
- C’è inoltre la possibilità d’impostare sveglie per l’ora dei pasti, cambio pannolino, somministrazione di medicine o controllo delle ore di sonno.
- Attraverso l’applicazione eMyBaby è possibile vedere il piccolo sul computer, sul tablet o sullo smartphone.
Insomma, un toccasana per la mia tensione costante che nasceva dalla paura di lasciarla sola in contrasto con la voglia di fare e sfruttare al meglio il tempo a disposizione.
E poi si dice che la tecnologia ci ha rovinati…