Caro Salvatore,
il piacere di averti oggi ospite nel mio salotto virtuale è davvero tanto.
Non solo perché sei un attore stimato e di grande successo, ma perché sei un ragazzo piacevolissimo, a modo (mia madre non scorda più il baciamano che le hai fatto, in pizzeria, a New York) che sa coniugare in maniera davvero equilibrata gli onori che la carriera comporta, con la semplicità, composta, di chi non dimentica e onora continuamente la sua terra.
Nonostante sia superfluo, preferisco introdurti proprio partendo dai tuoi natali:
Sei nato a Napoli nel 1986.
Più precisamente, sei cresciuto a Mugnano di Napoli.
In famiglia sei cresciuto con tuo padre (che faceva il barbiere), tua madre, tua sorella e tuo fratello.
Sin da bambino hai sempre avuto la passione per la recitazione.
Fino a cinque anni prima di girare Gomorra, lavoravi da McDonald’s per mantenerti, ma il tuo sogno nel cassetto è sempre stata la recitazione.
In quel periodo hai comunicato a tuo padre che volevi licenziarti dal tuo lavoro, per seguire un corso di recitazione e lui ti ha sostenuto nella tua scelta, incoraggiandoti a dare il meglio di te.
Compiuti i diciotto anni, hai studiato recitazione prima a Napoli e poi a Roma.
Sei noto al grande pubblico per il ruolo del pericoloso Boss, Genny Savastano, nella serie “Gomorra” (tratta dal romanzo di Roberto Saviano).
Nel 2013 il tuo esordio televisivo riguardava lo stesso tema: Il clan dei camorristi, dove hai interpretato il ruolo di Domenico Ruggiero.
L’anno successivo, nel 2014 è arrivato poi il successo al grande pubblico con la serie Televisiva Gomorra, dove, nel ruolo di Genny Savastano, sei stato protagonista in tutte e quattro le stagioni.
Ma in realtà, il tuo curriculum, vanta tanti ruoli diversi
Hai poi recitato in diversi film sul grande schermo, come La dolce arte di esistere (2015), Lo chiamavano Jeeg Robot(2016), Zeta (2016), Veleno (2017), AFMV – Addio Fottuti Musi Verdi (2017), Taxi 5 (2018), Puoi baciare lo sposo (2018) e L’ Eroe (2019).
Sarà il tuo libro a spiegare come il tuo intento non era certo quello di diventare un boss, nonostante la bellissima serie e il grande successo.
Il titolo di questo recita infatti : “Non volevo diventare un boss”. Come ho realizzato i miei sogni grazie a Gomorra (edito da Feltrinelli) nel 2016.
Qui racconti molto di te ed è già disponibile una riedizione.
Oggi inoltre godi di una scena internazionale, nella quale ti sei riuscito ad imporre in poco tempo, sei infatti conosciutissimo anche al di fuori dei confini nazionali.
So che sei appassionato di videogiochi e di calcio e che da ragazzo hai giocato anche a pallanuoto.
Da diverso tempo condividi la tua vita con la bellissima Paola, laureata in Giurisprudenza e tuo braccio destro non solo nella vita ma anche nel lavoro.
Il tuo percorso suscita davvero tante domande, che possano dare speranze e dritte a quante mamme ti leggono, a quanti ragazzi sognano la tua carriera e a quanti hanno bisogno di credere che sacrificio e passione sono ancora un binomio vincente, per chi ha il coraggio di crederci e mettersi in moto.
Iniziamo perciò con le domande:
CHE TIPO DI BAMBINO/RAGAZZO ERI?
Ero un bambino, un ragazzo normalissimo. Ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia “sana”, composta da mia madre Assunta, da mio padre Giuseppe, da mia sorella e poi è arrivato mio fratello, Cristian, che adesso ha 10 anni.
Mia madre era ed è casalinga, mio padre faceva il barbiere a Santa Lucia (Napoli).
Ero un bambino abbastanza turbolento, diciamo, uno che non ha mai amato farsi mettere i piedi in testa. Ho sempre odiato i soprusi e chi abusava delle persone. Chi cercava di imporre il proprio potere sugli altri.
Sono cresciuto in una zona in cui, nel bene e nel male, si ha a che fare spesso con tutti i tipi di realtà, positive e negative. Credo che questo faccia tuttora parte del mio bagaglio di vita e artistico. Sottolineo anche il bagaglio artistico, perché penso che un attore, crescendo e migliorando, esprime e racconta anche le sue esperienze.
Diciamo che quindi ero un ragazzo turbolento, e questo mi portava spesso a litigare con chi voleva affermare il proprio potere su di me. Però avevo sempre chiaro in me quello che volevo nel mio futuro, e cioè la voglia di fare sempre ciò che mi rendeva felice.
QUAL E’ STATO QUEL MOMENTO, PERIODO O EPISODIO PARTICOLARE, CHE HA SUSCITATO IN TE LA PASSIONE PER LA RECITAZIONE?
Lo racconto anche nel mio libro. La primissima esperienza che ho avuto con questo “magico” mondo è stata quando avevo 6-7 anni. Mi trovavo in vacanza in un villaggio turistico, e c’erano degli animatori che facevano le prove per il musical che si teneva ogni settimana. Io ero arrivato da poco ed ero attratto dalle coreografie, dalle canzoni, dalle musiche.
C’era una sorta di piacere nel sentirsi poi al centro dell’attenzione. E così, dopo vari giorni che gironzolavo vicino al palco dove facevano le prove, un’animatrice si avvicina e mi chiede: “Vuoi prendere parte anche tu allo spettacolo insieme a noi?“.
Io, memore anche di quello che ti ho detto nella domanda precedente, le ho risposto: “Sì, ma solo se mi fate fare il protagonista!”. Lei mi disse: “Ma come fai, scusami? Non conosci le coreografie, non sai il labbiale per le musiche“. Io in realtà le sapevo, perché girando e rigirando, ero riuscito a memorizzare le canzoni e i passi da fare.
E poi, alla fine, l’ho fatto io il protagonista ed è stato un grande successo! 🙂
OGGI, SE POTESSI DARE UN CONSIGLIO AL SAVATORE DI MOLTI ANNI FA, COSA GLI DIRESTI?
In realtà spererei che quel Salvatore facesse le stesse identiche cose che poi ho fatto. Tutti i sacrifici, tutte le esperienze (anche quelle negative), hanno fatto si che io sia qui oggi a vivere quel sogno che ho sempre avuto. Anzi, posso dirti che quello che sto ricevendo è molto di più rispetto ad ogni mia rosea aspettativa.
Inciterei quel Salvatore di molti anni fa a continuare a sognare e a farlo sempre di più. Questo poi mi ha dato la forza di superare gli ostacoli, ad essere sempre determinato e convinto di quello che volevo fare, anche nei momenti veramente difficili. Forse gli direi di essere meno pigro, meno testardo in determinati momenti. Però, anche tutti i difetti che fanno parte di me, mi hanno portato dove sono oggi.
MI CHIEDO SE POSSA ESSERE FASTIDIOSO ESSERE CONTINUAMENTE ASSOCIATO AD UN PERSONAGGIO CHE HAI INTERPRETATO, COME AD ESEMPIO, GENNY SAVASTANO, E’ COSì? COSA SI PROVA?
E’ fastidioso nella misura in cui, quel chiamarmi con il nome di Genny, è per associarmi al personaggio che ho interpretato.
Grazie ai social, arrivo a più di 2 milioni di persone che mi seguono da tutto il mondo, e tutti sanno che il mio nome è Salvatore. L’associarmi al nome Genny, se non conosci il mio nome va benissimo, ma se lo fai perché cerchi una mia reazione o di attirare la mia attenzione, provochi in me una reazione opposta.
Detto questo, io sono e sarò sempre grato a chi ha deciso di affidarmi un personaggio come Genny Savastano, perché nelle sue sfaccettature, nei suoi orrori, dà a me, Salvatore, la possibilità di scavare nella mia psiche e capire ancora di più il perché determinate persone agiscano in un certo modo, e permettendomi così di variare le sfumature di questo personaggio.
Quindi io sarò sempre grato a chi mi ha affidato questo personaggio in questa serie fantastica, apprezzata nel mondo. “Educherò” chi vuole seguirmi, il mio pubblico, i miei amici e le persone che tengono a me, a chiamarmi Salvatore e non Genny.
C’E’ UN RUOLO CHE VORRESTI INTERPRETARE, PER IL QUALE ANCORA NON HAI AVUTO OCCASIONE?
Sono un grande appassionato di cinema, soprattutto di quello di genere, ma anche dei film fantascientifici, di azione, e di quelli tratti dai fumetti.
Mi piacerebbe interpretare un supereroe, forse un pò per il mio istinto giovanile di difendere sempre i più deboli dai soprusi e dagli abusi.
Ho avuto il piacere di lavorare negli Stati Uniti, a Chicago, in questa serie attesissima, la quarta stagione di Fargo, ed è stata un’esperienza magnifica. Chissà quali porte mi aprirà questa serie, o almeno lo spero.
SE DOVESSI DARE UN CONSIGLIO A DELLE MAMME CHE, OGGI O UN DOMANI, DOVESSERO INCONTRARE IL DESIDERIO DEI PROPRI FIGLI D’INTRAPRENDERE UNA CARRIERA BELLISSIMA MA DIFFICILE COME LA TUA, COSA GLI CONSIGLIERESTI?
Il consiglio che dò, anche nei vari workshop e masterclass che faccio, è sempre lo stesso: questo mestiere non è per tutti, cioè tutti i mestieri che contemplano l’arte, che sia il canto, il ballo, la pittura o la recitazione, come in questo caso, partono da un principio: dentro di te devi avere un talento, devi avere qualcosa che ti faccia fare la differenza.
Ci sono tantissimi casi di persone che hanno cercato con tutte le loro forze di realizzare questo sogno ma non ci sono riusciti. Significa che quella non era la loro strada.
Io invito i genitori a lasciare i figli liberi di esprimersi, di cercare di lottare con tutte le loro forze per realizzare un sogno. Ma quando ad un certo punto, ci si rende conto, sia i genitori che il ragazzo, che forse quella non è la strada più adatta, secondo me è giusto che anche in questo caso che i genitori facciano “i genitori”.
QUANTO CONTA LA FAMIGLIA NEL PERCORSO DI VITA DI UN ARTISTA?
La famiglia è fondamentale, così come è fondamentale avere al tuo fianco una compagna/un compagno che sappiano sostenerti, migliorare, farti crescere, innanzitutto come persona e poi come artista.
La mia acting trainer, Beatrice Bracco, diceva sempre: “un bravo attore è innanzitutto una brava persona“. Io credo che dentro ognuno di noi, ci siano tutte le emozioni, positive e negative, che un artista o un attore può interpretare.
Se tu sei una brava persona, nel senso che sei aperto al prossimo, hai una sensibilità tale che ti porta a riconoscere il bene e il male, questo fa si che tu attore possa interpretarlo, portando in scena personaggi positivi e negativi e soprattutto a renderli credibili.
Quindi la famiglia per me è importantissima. Nel mio caso, mi ha dato la forza, mi ha sostenuto quando ero in difficoltà.
Sia la mia famiglia che la mia compagna riescono a mantenermi su quello che è il mio territorio: ossia il territorio di un giovane artista che ha fatto, ma che ha ancora tanto da fare e che quindi deve sempre migliorare e tenersi sulla corda, deve riuscire sempre a scegliere poi le cose giuste da fare rispetto a quelle da non fare.
LA SITUAZIONE ATTUALE, CHE CI VEDE COSTRETTI A CAUSA DEL COVID-19 A CASA, HA INTERROTTO PROGETTI IMPORTANTI AI QUALI STAVI PARTECIPANDO E CHE MAGARI SONO STATI PROTRATTI NEL TEMPO?
Sì, come dicevo prima ero da ottobre a Chicago, per girare la quarta stagione di Fargo (prodotta dai fratelli Coen) ed è un’esperienza bellissima che credo e spero di terminare. Mancava veramente poco alla fine delle riprese.
C’erano anche altri progetti che dovevo cominciare in Italia, tra cui la quinta stagione di Gomorra e un paio di film che adesso causa Covid credo che slitteranno.
Purtroppo la situazione è questa. Penso che lo Stato dovrebbe fare di più soprattutto per il mondo dell’audiovisivo e dell’arte perché abbiamo visto, soprattutto durante questo periodo di Covid, quanto i progetti a cui noi prendiamo parte, i progetti che vengono fatti con le maestranze, con le centinaia di migliaia di persone che fanno parte di questo mondo e che adesso sono allo sbando così come lo sono tantissimi imprenditori e negozi.
E’ un momento difficile, la ripresa arriverà e ci sarà, ma c’è bisogno che lo Stato faccia, secondo me, qualcosa in più.
DICCI QUAL’E’ UN LUOGO O POSTO, QUELLO CHE HA UN SIGNIFICATO PARTICOLARE O CHE SEMPLICEMENTE TI HA CONQUISTATO, DELLA TUA AMATA NAPOLI?
Questa è la domanda più facile, nel senso che Napoli non ha zone, posti, vie o luoghi che ti permettono di scegliere.
Mi spiego meglio: la bellezza di Napoli sta proprio in questo. In quei mille colori, in quelle sfumature (sempre in positivo e in negativo) che caratterizzano la nostra Terra.
Io ricordo ogni singolo momento in cui passeggiavo con mio nonno per le vie del centro, quando era la domenica in cui scendevamo a fare una passeggiata a Napoli oppure quando con i miei genitori mi godevo il lungomare nella Villa Comunale, oppure quando con la mia compagna andavamo a cena, andavamo in giro di notte per Napoli perché non potevamo farci vedere altrimenti, non ci avrebbero lasciati in pace 🙂
Io Napoli ce l’ho stampata, nei miei social pubblico sempre foto dei luoghi e dei panorami di Napoli perché voglio che le persone nel mondo conoscano la mia Terra.
Sono conscio del fatto che essa abbia ancora tanti lati oscuri e tante cose che devono essere assolutamente combattute. Ma dal mio punto di vista, i colori della luce, i colori belli di Napoli riescono a coprire tutto ciò di negativo, tutto ciò di brutto che qualsiasi città, qualsiasi grande metropoli nel mondo ha.
GRAZIE Salvatore!
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Sito web: https://www.salvatore-esposito.com
5 commenti
Fantastico
Bellissima intervista, grazie ragazzi!!
Salvatore Esposito, il mio attore preferito!!!
Vi accomuna Napoli, sarà questo il segreto di quelli che siete?!
Complimenti
Bellissima la domanda : cosa diresti al Salvatore di un tempo?
Complimenti Salvatore, complimenti per la tua carriera!